Raku significa "gioire il giorno", vivere in armonia con le cose e con gli uomini.
Raku ha origine dal nome Rikyu, maestro della cerimonia del tè vissuto in Giappone nel
XVI° secolo.
(da "Ceramica raku" di Nino Caruso)
L'usanza di bere il tè per la cerimonia, chiamata
"wabi/cha", può essere descritta come una rivoluzione spirituale che produsse un enorme impatto sui vari stili di vita e nei vari campi culturali: dalla pittura alle arti decorative, all'architettura, alla calligrafia, alla progettazione di giardini.
Il termine wabi, che inizialmente era usato per esprimere un sentimento negativo o passivo verso la vita, assunse
gradualmente un significato attivo e positivo. Esso nasce nel contesto delle concezioni esoterico-buddhiste, tutto pervaso dal concetto della transitorietà.
La bellezza del fiore appassito che ha già visto il suo tempo migliore, bellezza
dell'imperfetto = bellezza dell'irregolare = bellezza dell'insufficiente, bellezza dell'incompiuto. Ciò conduce all'apprezzamento di ceramiche distorte o parzialmente incrinate o scheggiate. Non più la bellezza di una perfezione bilanciata.
(da "Raku", U.Allemandi & C.)
Raku, terra acqua aria e fuoco nella natura, per "gioire il giorno".
|